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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

giovedì 13 novembre 2014

LA BIBBIA SENZA PREGIUDIZI

TUTTI GLI ABITANTI DI…

 Quante volte abbiamo letto nelle descrizioni della Bibbia che a qualche avvenimento avevano preso parte “tutti gli abitanti della città” o “della regione” o addirittura “della terra”. Forse qualcuno avrà cercato anche di immaginare folle immense radunate per celebrare eventi eccezionali, stipate all’inverosimile negli spazi ristretti che forse aveva visto in qualche pellegrinaggio in Terra Santa.
Se pensiamo anche ai numeri che la Bibbia riporta quando parla di eserciti o di popoli descritti sempre con cifre a molti zeri, l’impressione che ne risulta giustifica il modo di dire diventato proverbiale quando si vuole indicare un numero spropositato di persone o anche di anni: dimensioni bibliche!
Il cinema ha trovato facile ispirazione da questa grandiosità per rappresentare scene spettacolari con movimenti di masse imponenti che davano corpo ai sogni di fantasie sfrenate che dagli autori si riversavano nella mente degli spettatori più sprovveduti. In questo modo si è costruito un mondo mai esistito nella realtà che doveva essere molto più modesta di come è stata rappresentata.
Faccio notare che i numeri gonfiati non riguardano solo la Bibbia ma coinvolgono tutta la storia antica. Basta pensare alle scene degli schiavi egizi costruttori delle piramidi senza ricorrere, come si è soliti fare, ai “seicentomila uomini… senza contare i bambini… e alla massa di gente promiscua” che avrebbe lasciato l’Egitto sotto la guida di Mosè!
L’uso del termine “tutto, tutti” è frequentissimo nella Bibbia. Non sempre però indica una totalità assoluta di tipo numerico, ma spesso ha valore qualitativo, cioè sottolinea quella che noi indichiamo con il concetto di “solidarietà” o, se vogliamo, di rappresentanza qualificata. Così quando leggiamo in 2 Re 23,1-3 che il re Giosia “salì al tempio con tutti gli uomini di Giuda, con tutti gli abitanti di Gerusalemme… con tutto il popolo dal più piccolo al più grande” non possiamo immaginare una totalità numerica che non avrebbe potuto trovare posto nel tempio. L’espressione significa soltanto che i presenti fisicamente rappresentavano anche gli altri che non avevano potuto intervenire. L’assenza non liberava dagli obblighi che i partecipanti all’assemblea si erano assunti. Oppure si dovrebbe ammettere che la popolazione della Giudea era formata da poche migliaia di persone.


TUTTA LA TERRA!
Noi usiamo il termine “terra” con diversi significati. Può indicare il suolo, il terreno oppure la proprietà di qualcuno o ancora una zona limitata con caratteristiche particolari, pensiamo alla “Terra dei fuochi” di cui si è parlato molto in questi mesi. Può anche indicare il mondo intero, come quando vediamo le foto della Terra riprese dal satellite oppure quando parliamo del sistema solare con i suoi pianeti. Perciò la parola “terra” in se stessa non ha un significato preciso. Questo lo si può ricavare soltanto dal contesto.
Lo stesso discorso vale anche per la lingua ebraica nella quale l’equivalente di “terra” è espresso con il termine “’erets” ma anche con “ ’adamah” quando significa il terreno o con “ ‘olam” se si vuole indicare il mondo intero. A sua volta “ ‘olam” può indicare anche quella che noi chiamiamo “eternità”. È soltanto il contesto che determina il senso da dare alla parola in quel testo preciso.
Se si traduce “terra” ogni volta che il termine ricorre nel testo ebraico della Bibbia si rende un pessimo servizio a quella che noi accettiamo come “parola di Dio”. La buona fede o l’ignoranza non bastano ad eliminare un fraintendimento che in qualche caso ha portato a conseguenze disastrose nell’interpretazione della Bibbia.
Ad esempio, quando nella Bibbia si parla di “terra promessa” penso che sia chiaro per tutti che non ci si riferisce a tutto il mondo, ma solo alla regione che noi oggi chiamiamo in modo improprio Palestina o anche Terra santa. Così quando leggiamo “terra dove scorre latte e miele” intendiamo lo stesso territorio detto altrove “terra promessa”. Si tratta sempre di una regione mai di tutto il mondo. Si potrebbero portare decine di esempi nei quali il termine ebraico “ ’erets” definisce un territorio limitato, anche se è accompagnato da “tutta”.
È il caso, tra i tanti, di 2 Re 17,5 dove si legge che “il re di Assiria invase tutta la terra” mentre in realtà si trattava della regione al centro-nord della Palestina, cioè di quello che è conosciuto come “Regno di Israele”. Se la superficie della Palestina equivale più o meno a quella del Lazio possiamo capire che si tratta comunque di un territorio molto ristretto.
Solo un altro esempio. In 1 Samuele 4,5 dove si descrive la guerra di Israele contro i Filistei, si legge che quando l’arca dell’alleanza giunse nell’accampamento “gli israeliti elevarono un urlo così forte che ne tremò la terra”. L’enfasi della descrizione è ben evidente anche se ci limitiamo ad un territorio ristretto sul quale Filistei ed Israeliti avevano posto i loro accampamenti.
Concludo con una domanda. Il racconto di Genesi capitoli 7-8 afferma ripetutamente che “le acque del diluvio furono sopra la terra” e il fatto è conosciuto come “diluvio universale”. Non c’è dubbio che l’autore del racconto e i suoi lettori lo intendessero proprio in questo senso. Penso però che sia lecito domandarsi se anche in questo caso non si debba intendere il termine “ ’erets” nel senso di regione, con riferimento alla Mesopotamia, “regione” dove il racconto è nato.
Mi rendo conto che in questo modo rottamiamo un universo di fantasticherie in cui siamo cresciuti e che continuano a condizionarci. Ma sinceramente preferisco mandare al macero le ricostruzioni dei pittori, dei registi hollywoodiani, dei poeti anche se fossero mistici, per salvare in una nuova “arca” dal diluvio che la minaccia, la cosa che ci è più cara: la Bibbia e il suo significato autentico.