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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

martedì 20 dicembre 2016

“NON FIDATEVI DI PAROLE BUGIARDE” (Geremia 7,4)


… ANCHE SE LE TROVATE IN UN’ANTIFONA DEL BREVIARIO!
       Le parole del titolo sono tratte dal libro di Geremia e si riferiscono all’affermazione che definiva il tempio di Gerusalemme l’unico legittimo per tutto il regno di Giuda. Il profeta non contesta la verità dell’affermazione ma denuncia le conseguenze di comodo che ne venivano tratte da coloro che ne approfittavano a proprio vantaggio. In altre circostanze Geremia accusa coloro che per interesse smerciano come “parola di Dio” quelli che sono soltanto i loro sogni (cfr. 23,14-32).
 Il giudizio severo del profeta di Anatot si potrebbe applicare anche a coloro che citano le parole della Bibbia staccate dal loro contesto originale per adattarle a situazioni diverse e anche a quelli che introducono nel testo biblico elementi estranei o interpretazioni arbitrarie di particolari descrittivi. Questa abitudine è diventata frequente ed ha contaminato in qualche caso anche ambiti che dovrebbero essere esemplari nel modo di presentare l’insegnamento biblico, come la liturgia.

Da dove vengono i “Re Magi”?

Il pericolo maggiore di queste manipolazioni del testo biblico è quello di attribuire alla Bibbia affermazioni, giudizi, notizie, addirittura personaggi del tutto estranei o inesistenti. È il caso, consolidato da una lunga tradizione, dei Re Magi di cui si ricordano i nomi, il colore della pelle, il paese di provenienza, la stella cometa che li guida (anticipando i nostri “navigatori”!) e altri particolari che sanno molto di folclore natalizio ma che non hanno alcun riscontro o giustificazione nel testo evangelico. Questi “arricchimenti” di un racconto piuttosto scarno di particolari, sono belli, suggestivi e rispondenti al desiderio infantile di conoscere cose nascoste. Non c’è nulla di dissacrante, generalmente, in queste “invenzioni fantastiche” ma solo il desiderio di rendere più comprensibile un testo considerato oscuro.

La “mela” avvelenata

Un altro caso clamoroso di falsa interpretazione della Bibbia è la mitica “mela” identificata nel frutto proibito da Dio ad Adamo ed Eva. Il testo biblico non ne parla affatto in termini botanici ma è esplicito nei riferimenti ad un modo di esprimersi caratteristico di un ambiente che chiamiamo “sapienziale”. Si trattava di persone che volevano vivere felici e che erano convinte di aver trovato il segreto per riuscirci in un complesso di indicazioni concrete che chiamavano “Sapienza”.
La concretezza che li guidava aveva suggerito di paragonare questa realtà astratta ad un albero e gli insegnamenti ai frutti che produceva. Ma, sempre per la concretezza che li animava, sapevano dell’esistenza di piante che offrivano frutti velenosi. Ecco allora la necessità di mettere in guardia chi voleva vivere felice dal cibarsi di frutti che davano la morte e di nutrirsi solo di quelli che alimentavano la vita. Evidentemente non si trattava di prescrizioni di un dietologo ma di consigli dati da un amico convinto, per esperienza personale, che per vivere felici si deve seguire la strada indicata da Dio e non quella che ognuno voleva tracciare secondo i propri gusti.

L’inutile caccia al “Super Moby Dick”

Come non si doveva cercare “l’albero della conoscenza del bene e del male” nei trattati di botanica, così non si sarebbe dovuto consultare nessun testo di zoologia marina per trovare notizie sul grande cetaceo che, secondo il racconto biblico, avrebbe inghiottito il profeta Giona nel corso di una tempesta spaventosa. L’insolito boccone umano era stato così indigesto al mostro marino che aveva finito col vomitarlo vivo e vegeto dopo averlo tenuto nello stomaco per tre giorni e tre notti.

Tutto il libro che contiene questo racconto è pieno di particolari tanto inverosimili da suggerire almeno il sospetto che chi l’ha scritto volesse comunicare ai suoi lettori qualcosa di diverso da quella che poteva apparire come la cronaca fedele di un fatto realmente accaduto con le modalità descritte. Eppure, generazioni di studiosi hanno compiuto ricerche accurate per ritrovare i resti fossili del cetaceo avallando così, anche senza volerlo, l’idea che la Bibbia è falsa perché contiene dei racconti inventati per far addormentare i bambini irrequieti, come facevano i nostri nonni quando non c’era ancora la televisione.

La Bibbia è piena di bufale?

A questo punto è doveroso chiederci se non dobbiamo credere alla Bibbia o non piuttosto alle spiegazioni che ne danno quelli che la commentano? Se siamo scettici sui Re Magi e sulla stella che traccia la Road Map, è a causa delle falsità contenute nel vangelo o invece è a causa di particolari aggiunti per riempire dei vuoti narrativi con invenzioni di dubbia origine? E se la mela è diventata il simbolo dell’attività sessuale è a causa della Bibbia, che addirittura non la nomina, o di chi non l’ha capita? E se Giona ci fa pensare a Geppetto che si era costruito l’abitazione nel ventre della balena è a causa della Bibbia o invece è dovuto a chi ha letto il racconto in modo puerile?
Reazioni di questo tipo mi sono sempre venute in mente quando recitavo il Breviario nel tempo di Avvento. In quel periodo dell’anno liturgico ho sempre cercato di evitare la recita di una delle tre Ore canoniche. Chi conosce come è organizzata la preghiera a cui sono tenuti i sacerdoti e che oggi è usata anche da molti laici, forse avrà già capito il motivo della mia avversione all’ora incriminata, la prima, che però è chiamata Terza. La cosa può sembrare strana, ma è così ed ha anche una sua spiegazione (Le altre Ore sono: la seconda chiamata Sesta e la terza chiamata Nona. Se qualcuno mi chiederà il perché, sono pronto a spiegarlo).

L’Antifona incriminata

Nella Liturgia cattolica ogni salmo è preceduto da una frase che dovrebbe sintetizzare il significato della preghiera che segue e per questo viene chiamata Antifona, cioè “quella che sta davanti” anche se poi viene ripetuta alla fine. Nelle tre ore medie un’unica antifona precede i tre salmi e quindi dovrebbe suggerire lo stato d’animo con cui recitare la preghiera. Ebbene, all’ora Terza l’antifona afferma “I profeti l’avevano annunciato: il Salvatore nascerà dalla Vergine Maria”.
Non ci vuole molto a capire che si tratta di un’affermazione semplicemente falsa. Nessun profeta, in nessuna pagina della Bibbia ha mai detto quelle parole. Sono espressioni di qualche anima pia vissuta nei secoli passati che ha pensato bene di consolidare la fede dei cristiani presentando il mistero dell’incarnazione del Verbo come realizzazione di una promessa esplicita e dettagliata. Peccato che la promessa sia stata fatta in altri termini, con mille sfumature e che si sia realizzata in modo analogo e coerente sempre avvolta in quel mistero che caratterizza tutti gli interventi di Dio registrati nella Bibbia.
Quell’antifona non è solo uno scivolone innocuo dovuto ad una devozione malintesa ma dev’essere considerato un attentato alla verità che noi consideriamo una qualità essenziale della Bibbia. Attribuirle affermazioni di quella portata induce a considerarla inaffidabile e quindi a rifiutarla insieme alla fede che è nata da essa.
È sorprendente che uno svarione di questa portata sia stato accolto nella preghiera ufficiale della Chiesa. Però mi chiedo anche perché la mia reazione all’antifona in tutti questi anni si sia limitata ad evitare la recita dell’Ora Terza nel periodo di Avvento e non sia stata seguita da una denuncia pubblica. Forse è uno dei tanti peccati di omissione a cui ci siamo abituati per pigrizia, per trascuratezza o anche per la convinzione che nessuno ci bada e che comunque si tratti di proteste che non avranno mai un seguito. Il clima generale introdotto nella Chiesa cattolica (non soltanto!) da papa Francesco può aver influito nel comunicarmi più fiducia che avvenga presto la sostituzione di quelle “parole false” che sono un attentato alla verità della Bibbia. Chissà che prima della Parusia non abbia la soddisfazione di recitare l’Ora Terza in Avvento alle nove del mattino senza aspettare il mezzogiorno per recitare l’Ora Sesta!