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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

giovedì 29 ottobre 2015

BIBBIA E POLITICA


LA BIBBIA IN POLITICA

La tentazione di citare la Bibbia per quello che ci fa comodo e tralasciare quello che non ci piace dev’essere davvero molto forte.

Che in questa trappola finiscano uomini di chiesa intenzionati a diffondere messaggi rasserenanti in questo mondo così frastornato, non stupisce. Lo facevano anche nei secoli passati quando cercavano appoggi scritturistici per imporre una visione pessimistica della vita sbandierando testi apocalittici terrificanti per controllare gli umori della gente.


In una società nella quale politica e religione si mescolavano facilmente questa strumentalizzazione delle citazioni bibliche a servizio del potere dava fastidio a pochi che spesso finivano anzi tempo la loro esistenza. Oggi, quando la netta separazione dei due poteri è sentita come un’esigenza irrinunciabile, suscita una certa sorpresa sentire un personaggio politico di primo piano che spiega i propri progetti ricorrendo alle parole e alle immagini estratte dai testi sacri.

Si dirà che è frutto di una cultura che si è nutrita per duemila anni di letture bibliche entrate nel linguaggio comune senza particolari significati religiosi, ed è vero. L’immagine di una terra “dove scorre latte e miele” è tanto suggestiva da affascinare la fantasia anche dell’ateo più incallito, a meno che non sia del tutto refrattario ad ogni emozione artistica.

Resta il fatto che ha suscitato stupore il premier del Regno Unito, David Cameron, quando ha affermato che i sudditi di Sua Maestà contrari all’ingresso nell’UE non devono illudersi di trovare nel loro isolamento quell’abbondanza di beni materiali prospettata dall’immagine biblica. Fin qui non ci sarebbe una grande novità. Ma gli osservatori attenti hanno rilevato, giustamente, quanto è stato omesso da Cameron e che invece si trova nel testo della Bibbia.

Il corrispondente del Corriere della sera(giovedì 29 ottobre 2015) nota che l’intervento sembra studiato a tavolino e che è importante anche per quello che “furbescamente” non dice perché avrebbe avuto conseguenze politiche. Ma che è nel libro dell’Esodo (33,3) e che il giornalista si premura di trascrivere fedelmente.

Il versetto infatti continua affermando che Dio non seguirà il popolo accusato di avere una “dura cervice”. Letto in prospettiva politica, sarebbe stata una dichiarazione di aperta condanna delle posizioni degli euroscettici da cui il premier vuole dissociarsi.

Non credo che Cameron avesse in mente tutte queste implicazioni esegetiche. Preferisco pensare al gusto letterario di una persona colta che ama esprimersi in modo intelligente con un linguaggio stimolante che conferisce a parole ed immagini evocative la capacità di ottenere un consenso alle proprie idee.

Penso che questo episodio di cronaca dimostri ad abundantiam la possibilità di usare parole e immagini bibliche per comunicare messaggi estranei all’intento di chi ha scritto quei testi. Si tratta di una manipolazione indebita, anche se fatta con le migliori intenzioni. Diventa inaccettabile e blasfema quando la strumentalizzazione è finalizzata a denigrare e squalificare una fede fondata su testi considerati sacri.